Notizie
Valorizzazione del patrimonio minerario
Notizie ed eventi
- ERMA kick off meeting
23 Novembre 2020 – Kick-off meeting di ERMA, l’Alleanza Europea per le Materie Prime - Quinto Simposio sull’urban mining e la circular economy-SUM2020
19 Novembre 2020 - EU Raw Materials Week 2020
12 novembre -3 dicembre 2020 – Quinta edizione della Settimana delle materie prime dell’Unione Europea - EIP on Raw Materials ricerca nuovi membri
5 novembre 2020 – La Commissione Europea ha rilanciato le Call for applications per la selezione dei membri del gruppo direttivo di alto livello (HIGH-LEVEL STEERING GROUP), del sottogruppo Sherpa e del Gruppo Operativo della EUROPEAN INNOVATION PARTNERSHIP ON RAW MATERIALS. - Le materie prime in italia e per l’italia: quali trend?
3 novembre 2020 – Seminario a Ecomondo 2020 - European Raw Materials Alliance (ERMA)
29 Settembre 2020 – Lanciata la nuova Alleanza europea sulle materie prime prevista dal piano d’azione sulle materie prime critiche della Commissione Europea - Elenco delle materie prime critiche (CRM)
7 settembre 2020 – Pubblicato il quarto elenco delle materie prime critiche - Raw Materials in Italia nel contesto europeo
Rimini, Ecomondo 2019 - XI Giornata Nazionale delle Miniere
25-26 maggio 2019 - Le attività minerarie nella storia
Una rivisitazione del passato per valorizzare il presente con lo sguardo rivolto al futuro - X Giornata Nazionale delle Miniere
Eventi e iniziative sul territorio per promuovere il turismo geologico
Musei e parchi minerari
Dopo la stagione delle grandi dismissioni delle attività minerarie ottocentesche, avvenuta nella seconda parte del ‘900, è iniziata una nuova era: un processo complesso e variegato di patrimonializzazione che ha integrato il patrimonio minerario dismesso, i relativi beni archivistici, quelli storico-sociali delle comunità locali e paesaggi dei luoghi in cui per decenni, se non per secoli, sono stati interessati all’estrazione mineraria.
Il modelli generali di riferimento sono stati vari: dapprima musei di sito, poi ecomusei – basati su un forte coinvolgimento e cooperazione tra istituzioni e comunità locali – infine quelli di «parco» inteso nelle sue accezioni complesse, ma in cui è prevista una valorizzazione sia in termini di patrimonio culturale e naturale sia come luogo per lo sviluppo sceintifico-tecnologico, per l’education, e le attività turistico-ricreative.
Tra i primi parchi istituiti, alla fine degli anni ‘90, si annoverano i seguenti 6 anche se oggi se ne contano assai di più:
- Parco Archeominerario di San Silvestro;
- Parco tecnologico e Archeologico delle Colline Metallifere;
- Parco Museo minerario dell’Amiata;
- Parco geominerario della Sardegna;
- Parco delle Miniere di zolfo delle Marche;
- Parco minerario di Floristella.
Nel 2000 è stata fondata la rete europea di riferimento, la European Geoparks Network.
Nel 2006 l’ISPRA – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, custode del patrimonio mineralogico del Servizio Geologico d’Italia, ha avviato un progetto di studio nell’intento di conoscere, lo stato dell’arte delle aree minerarie dismesse in Italia con riguardo alla loro valorizzazione e musealizzazione.
Da questo lungo processo sono scaturiti, tra le varie, due risultati significativi:
- nel 2009 è stata istituita la Giornata Nazionale dedicata alla memoria mineraria in stretta collaborazione con l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico ed Industriale (AIPAI), in sinergia con l’Associazione Nazionale Geologia & Turismo, con il patrocino dell’Associazione Nazionale Ingegneri Minerari (ANIM) e dell’Associazione Mineraria Italiana per l’industria mineraria e petrolifera (Assomineraria);
- nel 2015, la Rete Nazionale dei Parchi e Musei Minerari Italiani (REMI), insieme ad altre istituzioni, tra cui il Ministero dello Sviluppo Economico (DGS-UNMIG), attraverso un protocollo siglato da 17 organizzazioni, tra cui 12 parchi o musei minerari italiani, un dato che ci fornisce la dimensione di un fenomeno in crescita.
Metanizzazione del mezzogiorno
QUI TESTO
Altre attività
QUI IL TESTO
Dati storici – Progetto ViDEPI
Pozzi storici
Elenco storico dei pozzi perforati in italia dal 1895 al 2016. L’elenco comprende in gran parte pozzi non produttivi ormai chiusi minerariamente.
Produzione storica
Produzione storica annuale di idrocarburi – Anni 1980-2003.
Nota: per le righe dove è riportato il valore zero in corrispondenza della colonna ‘Anno’ il valore della colonna ‘Produzione’ rappresenta la produzione cumulata ottenuta negli anni antecedenti il 1980
Gas naturale in migliaia di Sm3 – Olio greggio in tonnellate
Nota: per le righe dove è riportato il valore zero in corrispondenza della colonna ‘Anno’ il valore della colonna ‘Produzione’ rappresenta la produzione cumulata ottenuta negli anni antecedenti il 1980
Progetto ViDEPI
Visibilità dei Dati afferenti all’attività di Esplorazione Petrolifera in Italia
Il progetto ViDEPI ha l’obiettivo di rendere facilmente accessibili i documenti tecnici relativi all’esplorazione petrolifera in Italia. Si tratta di documentazione riguardante titoli minerari cessati, e pertanto pubblica, depositata a partire dal 1957 presso l’UNMIG, Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse del Ministero dello sviluppo economico.
L’attività di esplorazione petrolifera in Italia è disciplinata dalla Legge 11 gennaio 1957, n. 6, che ha istituito l’UNMIG, Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse appartenente alla Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche, con sede centrale presso il Ministero dello sviluppo economico e sedi periferiche a Bologna, Roma e Napoli.
La normativa stabilisce che le Compagnie operatrici dei singoli titoli minerari debbano fornire all’UNMIG rapporti tecnici progressivi sull’attività svolta nei titoli medesimi includenti copia di documenti esemplificativi, quali carte geologiche, carte strutturali, profili finali di pozzi, linee sismiche, etc. La stessa legge prevede che i documenti consegnati divengano di pubblica disponibilità dopo un anno dalla cessazione del titolo per il quale erano stati prodotti. In più di mezzo secolo si è venuto a costituire un’importante base di dati concernenti il sottosuolo del nostro paese.
- 625 fascicoli di titoli minerari cessati;
- 230 relazioni tecniche;
- 846 allegati;
- 299 profili finali di pozzo;
- 578 linee sismiche della campagna di sismica riconoscitiva delle zone marine;
- 70 linee sismiche del progetto CROP Atlas;
- 396 linee sismiche acquisite in titoli minerari cessati.
Riserve nazionali di idrocarburi – Anno 2017
Il dato rivalutato sulle riserve al 31 dicembre 2017, da distinguere secondo la classificazione internazionale in certe, probabili e possibili, rivela, rispetto al dato fissato al 31 dicembre 2016 e al netto della produzione ottenuta nell’anno 2017, un incremento del 37,7% per il gas ed un incremento del 16,3% per l’olio.
Classificazione delle riserve
- Le riserve certe rappresentano le quantità stimate di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria di giacimento disponibili, potranno, con ragionevole certezza (probabilità maggiore del 90%) essere commercialmente prodotte nelle condizioni tecniche, contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato.
- Le riserve probabili rappresentano le quantità di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria dei giacimenti disponibili, potranno essere recuperate con ragionevole probabilità (maggiore del 50%) in base alle condizioni tecniche contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato; gli elementi di incertezza residua possono riguardare l’estensione o altre caratteristiche del giacimento (rischio minerario), l’economicità (alle condizioni del progetto di sviluppo), l’esistenza o adeguatezza del sistema di trasporto degli idrocarburi e/o del mercato di vendita.
- Le riserve possibili sono le quantità di idrocarburi che si stima di poter recuperare con un grado di probabilità decisamente più contenuto (molto minore del 50%) rispetto a quello delle riserve probabili, ovvero che presentano grado di economicità inferiore rispetto al limite stabilito.
|
|
Riserve 2016 |
Produzione 2017 |
Riserve al netto produzione 2017 |
Riserve 2017 |
Variazione % |
|
GAS |
38.114 |
5.657 |
32.457 |
44.684 |
37,7% |
|
OLIO |
71.419 |
4.138 |
67.281 |
78.244 |
16,3% |
Per quanto attiene all’ubicazione delle riserve certe, il 60% del totale nazionale di gas è ubicato in terra, mentre le riserve di olio ricadono per il 92% in terraferma, per la maggior parte in Basilicata.
Riserve di gas naturale al 31 dicembre 2017
|
GAS (milioni di Sm3) |
||||
|
|
Certe |
Probabili |
Possibili |
% Certe |
|
Nord Italia |
2.353 |
2.469 |
95 |
5,3% |
|
Centro Italia |
218 |
678 |
33 |
0,5% |
|
Sud Italia |
23.435 |
25.841 |
13.326 |
52,4% |
|
Sicilia |
803 |
526 |
331 |
1,8% |
|
Totale TERRA |
26.809 |
29.515 |
13.787 |
60,0% |
|
Zona A |
8.034 |
10.094 |
3.166 |
18,0% |
|
Zona B |
7.261 |
5.581 |
4.171 |
16,3% |
|
Zone C+D+F+G |
2.579 |
10.573 |
2.550 |
5,8% |
|
Totale MARE |
17.875 |
26.248 |
9.888 |
40,0% |
|
TOTALE |
44.684 |
55.762 |
23.674 |
100,0% |
Riserve di olio greggio al 31 dicembre 2017
|
OLIO (migliaia di tonnellate) |
||||
|
|
Certe |
Probabili |
Possibili |
% Certe |
|
Nord Italia |
382 |
4 |
0 |
0,5% |
|
Centro Italia |
7 |
0 |
0 |
0,0% |
|
Sud Italia |
67.457 |
77.790 |
50.513 |
86,2% |
|
Sicilia |
4.153 |
4.538 |
2.330 |
5,3% |
|
Totale TERRA |
72.000 |
82.332 |
52.843 |
92,0% |
|
Zona B |
2.621 |
719 |
0 |
3,3% |
|
Zona C |
3.624 |
3.371 |
256 |
4,6% |
|
Zona F |
0 |
0 |
0 |
0,0% |
|
Totale MARE |
6.245 |
4.090 |
256 |
8,0% |
|
TOTALE |
78.244 |
86.422 |
53.099 |
100,0% |
Riserve nazionali di idrocarburi
Anno 2018
Il dato rivalutato sulle riserve al 31 dicembre 2018, da distinguere secondo la classificazione internazionale in certe, probabili e possibili, rivela, rispetto al dato fissato al 31 dicembre 2017 e al netto della produzione ottenuta nell’anno 2018, un incremento del 23,9% per il gas ed un incremento del 3,1% per l’olio.
Classificazione delle riserve
- Le riserve certe rappresentano le quantità stimate di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria di giacimento disponibili, potranno, con ragionevole certezza (probabilità maggiore del 90%) essere commercialmente prodotte nelle condizioni tecniche, contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato.
- Le riserve probabili rappresentano le quantità di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria dei giacimenti disponibili, potranno essere recuperate con ragionevole probabilità (maggiore del 50%) in base alle condizioni tecniche contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato; gli elementi di incertezza residua possono riguardare l’estensione o altre caratteristiche del giacimento (rischio minerario), l’economicità (alle condizioni del progetto di sviluppo), l’esistenza o adeguatezza del sistema di trasporto degli idrocarburi e/o del mercato di vendita.
- Le riserve possibili sono le quantità di idrocarburi che si stima di poter recuperare con un grado di probabilità decisamente più contenuto (molto minore del 50%) rispetto a quello delle riserve probabili, ovvero che presentano grado di economicità inferiore rispetto al limite stabilito.
Riserve rivalutate
|
|
Riserve 2017 |
Produzione 2018 |
Riserve al netto produzione 2018 |
Riserve 2018 |
Variazione % |
|
GAS |
44.684 |
5553 |
39.131 |
48.479 |
23,9% |
|
OLIO |
78.244 |
4673 |
73.571 |
75.832 |
3,1% |
Per quanto attiene all’ubicazione delle riserve certe, il 53,8% del totale nazionale di gas è ubicato in terra, mentre le riserve di olio ricadono per il 92,5% in terraferma, per la maggior parte in Basilicata.
Riserve di gas naturale al 31 dicembre 2018
|
GAS (milioni di Sm3) |
||||
|
|
Certe |
Probabili |
Possibili |
% Certe |
|
Nord Italia |
2.439 |
2.431 |
413 |
5,0% |
|
Centro Italia |
190 |
585 |
33 |
0,4% |
|
Sud Italia |
22.667 |
24.563 |
12.989 |
46,8% |
|
Sicilia |
781 |
584 |
368 |
1,6% |
|
Totale TERRA |
26.077 |
28.163 |
13.803 |
53,8% |
|
Zona A |
7.278 |
9.634 |
5.237 |
15,0% |
|
Zona B |
7.162 |
7.698 |
2.443 |
14,8% |
|
Zone C+D+F+G |
7.962 |
8.628 |
3.233 |
16,4% |
|
Totale MARE |
22.402 |
25.960 |
10.913 |
46,2% |
|
TOTALE |
48.479 |
54.123 |
24.716 |
100,0% |
Riserve di olio greggio al 31 dicembre 2018
|
OLIO (migliaia di tonnellate) |
||||
|
|
Certe |
Probabili |
Possibili |
% Certe |
|
Nord Italia |
265 |
168 |
0 |
0,3% |
|
Centro Italia |
12 |
0 |
0 |
0,0% |
|
Sud Italia |
64.511 |
76.869 |
50.473 |
85,1% |
|
Sicilia |
5.330 |
4.461 |
2.816 |
7,0% |
|
Totale TERRA |
70.118 |
81.498 |
53.289 |
92,5% |
|
Zona B |
2.321 |
660 |
0 |
3,1% |
|
Zona C |
3.393 |
3.226 |
254 |
4,5% |
|
Zona F |
0 |
0 |
0 |
0,0% |
|
Totale MARE |
5.714 |
3.886 |
254 |
7,5% |
|
TOTALE |
75.832 |
85.384 |
53.543 |
100,0% |
Riserve nazionali di idrocarburi
Anno 2019
Il dato rivalutato sulle riserve al 31 dicembre 2019 da distinguere secondo la classificazione internazionale in certe (P1), probabili (P2) e possibili (P3), rivela, rispetto al dato fissato al 31 dicembre 2018 e al netto della produzione ottenuta nell’anno 2019, un incremento del 5,2% per il gas ed un incremento del 1,9% per l’olio.
Classificazione delle riserve
- Le riserve certe rappresentano le quantità stimate di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria di giacimento disponibili, potranno, con ragionevole certezza (probabilità maggiore del 90%) essere commercialmente prodotte nelle condizioni tecniche, contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato.
- Le riserve probabili rappresentano le quantità di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria dei giacimenti disponibili, potranno essere recuperate con ragionevole probabilità (maggiore del 50%) in base alle condizioni tecniche contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato; gli elementi di incertezza residua possono riguardare l’estensione o altre caratteristiche del giacimento (rischio minerario), l’economicità (alle condizioni del progetto di sviluppo), l’esistenza o adeguatezza del sistema di trasporto degli idrocarburi e/o del mercato di vendita.
- Le riserve possibili sono le quantità di idrocarburi che si stima di poter recuperare con un grado di probabilità decisamente più contenuto (molto minore del 50%) rispetto a quello delle riserve probabili, ovvero che presentano grado di economicità inferiore rispetto al limite stabilito.
Riserve rivalutate
|
|
Riserve 2018 |
Produzione 2019 |
Riserve al netto produzione 2019 |
Riserve 2019 |
Variazione % |
|
GAS |
48.479 |
4.983 | 43.496 | 45.775 | 5,2% |
|
OLIO |
75.832 | 4.268 | 71.564 | 72.904 |
1,9% |
Per quanto attiene all’ubicazione delle riserve certe, il 55,4% del totale nazionale di gas è ubicato in terra, mentre le riserve di olio ricadono per il 94,9% in terraferma, per la maggior parte in Basilicata.
Riserve di gas naturale al 31 dicembre 2019
|
GAS (milioni di Sm3) |
||||
|
|
Certe |
Probabili |
Possibili |
% Certe |
|
Nord Italia |
2.286 |
2.291 |
243 |
5,0% |
|
Centro Italia |
192 |
571 |
21 |
0,4% |
|
Sud Italia |
21.804 |
24.037 |
12.916 |
47,6% |
|
Sicilia |
1.073 |
356 |
455 |
2,3% |
|
Totale TERRA |
25.355 |
27.256 |
13.635 |
55,4% |
|
Zona A |
6.417 |
5.287 |
1.770 |
14,0% |
|
Zona B |
6.493 |
4.727 |
1.272 |
14,2% |
|
Zone C+D+F+G |
7.511 |
8.633 |
3.235 |
16,4% |
|
Totale MARE |
20.421 |
18.646 |
6.277 |
44,6% |
|
TOTALE |
45.775 |
45.901 |
19.912 |
100,0% |
Riserve di olio greggio al 31 dicembre 2019
|
OLIO (migliaia di tonnellate) |
||||
|
Certe |
Probabili |
Possibili |
% Certe |
|
|
Nord Italia |
330 |
8 |
0 |
0,5% |
|
Centro Italia |
36 |
0 |
0 |
0,0% |
|
Sud Italia |
63.574 |
75.942 |
50.472 |
87,2% |
|
Sicilia |
5.243 |
3.721 |
2.753 |
7,2% |
|
Totale TERRA |
69.183 |
79.670 |
53.225 |
94,9% |
|
Zona B |
2.106 |
660 |
0 |
2,9% |
|
Zona C |
1.615 |
260 |
242 |
2,2% |
|
Zona F |
0 |
0 |
0 |
0,0% |
|
Totale MARE |
3.721 |
920 |
242 |
5,1% |
|
TOTALE |
72.904 |
80.590 |
53.467 |
100,0% |
dati
INTRO DATI
Geomonitoraggi
In questa sezione del sito sono pubblicate le informazioni relative alle attività della DGS UNMIG legate al tema dei monitoraggi del suolo e sottosuolo, genericamente ricomprese nel termine di “GeoMonitoraggi”.
Per GeoMonitoraggi si indicano le attività di: progettazione di reti di monitoraggio, raccolta dati e successiva elaborazione, analisi, governance e validazione di carattere geologico, geostrutturale e giacimentologico, effettuati al fine di massimizzare la sicurezza delle attività antropiche che interessano direttamente o indirettamente il suolo e il sottosuolo.
In particolare le informazioni pubblicate in questa sezione del sito sono di carattere prettamente divulgativo.
Per informazioni di carattere tecnico specifico si rimanda ai siti web degli enti incaricati e delle società coinvolte dalle attività di monitoraggio.
L’attività di divulgazione di queste informazioni risponde a quanto previsto dagli Indirizzi e Linee Guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro (anche ILG), pubblicate dal Ministero Sviluppo Economico nel 2014.
Tali Indirizzi e Linee Guida disciplinano e indicano le modalità secondo cui deve essere effettuato il monitoraggio integrato della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell’ambito delle attività antropiche connesse alla produzione di idrocarburi, alla produzione di energia geotermica e allo stoccaggio di gas naturale, in base al programma lavori e al tipo di attività svolto.
Infatti, le attività antropiche, in generale, così come emerge dagli studi scientifici più recenti, generano variazioni sullo stato tensionale del suolo e sottosuolo; tuttavia non risulta semplice stabilirne l’effettivo contributo in una data regione a causa delle condizioni geologico strutturali preesistenti sull’intero territorio nazionale.
In particolare è utile evidenziare che per sismicità indotta si intende quella derivata dall’attività antropica (in assenza di sismicità naturale), mentre nel caso della sismicità innescata si intende una sismicità naturale i cui eventi sismici sono favoriti dagli effetti dell’attività umana (Horbach et al., 2015).
Grazie al lavoro del Gruppo di Esperti che ha redatto gli Indirizzi e Linee Guida siamo oggi in grado di utilizzare l’importante bagaglio tecnico e tecnologico delle imprese italiane per studiare e monitorare questi fenomeni, contribuendo significativamente all’incremento delle conoscenze scientifiche sia sui fenomeni naturali che sugli effetti potenzialmente indotti/innescati.
L’Italia rappresenta infatti un’avanguardia nel monitoraggio di queste attività, avendo predisposto e sperimentando su casi studio reali delle reti di monitoraggio performanti ed un sistema di gestione totalmente innovativo che permetteranno di determinare le variazioni dei carichi tensionali in atto nel sottosuolo e quelli eventualmente generati in una specifica area, in funzione delle caratteristiche geologico strutturali.
Gli Indirizzi e Linee Guida (ILG) sono stati elaborati facendo particolare riferimento alle attività antropiche di estrazione e reiniezione di fluidi onshore (a cui saranno applicati, in primo luogo, gli standard previsti). Nonostante ciò risultano essere applicabili, con opportuni adattamenti tecnici, anche ad attività offshore. Potranno essere estese inoltre ad altre attività di sottosuolo (con opportuni adattamenti) quali: invasi idrici artificiali, geotermia tradizionale, geotermia a ciclo chiuso, estrazioni minerarie (cave e miniere), scavi di tunnel.