Mirandola

L’accordo per l’applicazione sperimentale degli ILG alla Concessione di coltivazione MIRANDOLA è stato firmato in data 15 novembre 2016 da Regione Emilia-Romagna, DGS-UNMIG, Assomineraria, Società Padana Energia avente come scopo:

  • l’applicazione in via sperimentale gli ILG alla concessione di coltivazione idrocarburi “Mirandola”, quale caso pilota, regolando l’adeguamento e l’eventuale potenziamento della rete di monitoraggio esistente e disciplinando la conduzione dei monitoraggi;
  • la conduzione, per almeno un anno, del monitoraggio utilizzando la rete di acquisizione che tenga in considerazione le specifiche tecniche indicate negli ILG e in applicazione del principio di “valorizzazione dell’esistente” più volte citato negli stessi ILG;
  • di fornire gli elementi necessari per un eventuale aggiornamento degli ILG in base all’esperienza acquisita, così come previsto dagli ILG stessi;
  • acquisire informazioni per l’adeguamento degli ILG alle attività offshore.

Il Comitato Tecnico è costituito da:

  • DGS UNMIG (Direttore UNMIG Bologna)
  • Regione Emilia-Romagna
  • SPM
  • Società Titolare
  • Assomineraria

Al Comitato possono anche partecipare i rappresentanti dei Comuni interessati dal giacimento. La sperimentazione sul sito di Mirandola è iniziata formalmente in data 31 gennaio 2017. Anche in questo caso però la sperimentazione è iniziata con un anno di ritardo principalmente a causa dell’impossibilità della definizione del fondo nazionale previsto per l’avvio dei lavori ma anche perché gli accordi fra i comuni la società Padana Energia, ed INGV sono stati effettivamente conclusi nel 2018.

Ai sensi dell’art. 6 dell’accordo firmato in data 15 novembre 2016 sopra citato, la SPM:

  • acquisisce ed analizza i dati di produzione e reiniezione, geologici e di sottosuolo, nonché tutti i dati reputati utili ai fini delle Attività, unitamente ai risultati e agli esiti dei monitoraggi fin qui condotti dal Concessionario;
  • supervisiona la verifica da parte del Concessionario della rete esistente, il programma di implementazione, nel rispetto delle specifiche degli ILG;
  • Supervisiona la realizzazione dell’eventuale implementazione della rete di monitoraggio di cui al punto precedente;
  • verifica, elabora e interpreta i dati grezzi acquisiti dalla rete di monitoraggio;
  • redige e distribuisce ai componenti del Comitato, della DGS-UNMIN, Regione Emilia-Romagna e Assomineraria la relazione trimestrale con i risultati del monitoraggio, a firma del Dirigente di Ricerca INGV responsabile delle attività.

Nell’ambito dei lavori del Comitato sono stati prodotti i seguenti documenti:

  • Regolamento di Funzionamento: approvato in data 29 Novembre 2016
  • Protocollo di Trasmissione Dati: approvato in data 14 Dicembre 2016
  • Documento tecnico: approvato in data 21 Dicembre 2016

Per la concessione Mirandola la SPM designata, dato il carattere sperimentale dell’attività e quale Centro per i monitoraggi del Sottosuolo, è INGV – Centro per i monitoraggi del Sottosuolo.
INGV, sulla base del Documento tecnico, ha fornito all’Amministrazione la Valutazione Economica per le attività previste dal Protocollo.
La valutazione economica è stata approvata formalmente in CIRM in data 29/11/2017.
Il Comitato si è riunito nel 2017 e nel 2018. In particolare nel 2018 si è riunito due volte: in data 26 Marzo ed in data 11 Giugno. In occasione di quest’ultima riunione è stato valutato di eseguire le attività previste nella valutazione economica di cui al precedente capoverso nell’arco del biennio 2018-2019.

Nell’ambito del Laboratorio Cavone sono stati ottenuti importanti risultati per l’avvio delle metodologie di monitoraggio sui siti di produzione di idrocarburi con reiniezione delle acque di produzione:

  • sono state per la prima volta applicate su un caso concreto le definizioni per l’applicazione dei monitoraggi al cosiddetto “Dominio interno di rilevazione – DI”.
  • attraverso dati INGV, sul sito internet del Laboratorio sono visualizzati i dati relativi alla sismicità di tutta la bassa modenese e per una più vasta area di circa 8.000 chilometri quadrati.
  • in base alla definizione del dominio di rilevazione è stato possibile applicare un modello di gestione del monitoraggio che confronta gli eventi sismici registrati con le attività di produzione e iniezione, cercando di identificare eventuali correlazioni.
  • è pubblicato sul sito del Laboratorio Cavone un rapporto relativo a ciascun evento sismico ubicato all’interno del DI con relativa analisi e confronto con le attività di produzione e iniezione.

Oltre che nell’applicazione tecnica dei monitoraggi, il Laboratorio ha:

  • verificato la copertura di rilevazione della rete di monitoraggio nella configurazione attuale;
  • effettuato una verifica preliminare della correlazione statistica degli eventi con le attività di coltivazione del giacimento;
  • valutato dal punto di vista statistico l’accadimento di eventi microsismici che ricadono entro le diverse soglie di attenzione individuate per il sistema a semaforo;
  • adottato un modello di comunicazione e trasparenza con le amministrazioni locali e il territorio.

In particolare, soprattutto in riferimento a quest’ultimo punto, il Laboratorio ha fornito una procedura di comunicazione con l’Autorità competente, ha proposto l’adozione di importanti strumenti quali il sito web dedicato, l’organizzazione di eventi aperti al pubblico e la segnalazione all’ingresso della centrale di raccolta e trattamento (Cavone Centro Olio) degli eventi registrati dalla rete e dei volumi prodotti e iniettati.
Il giacimento ad olio Cavone, scoperto nel 1972, ricade nella concessione Mirandola che è ubicata prevalentemente in Emilia-Romagna nella provincia di Modena, e in parte in Lombardia, in provincia di Mantova; ha un’estensione di 121,96 km2 ed è intestata a Società Padana Energia.
L’ area mineralizzata (ossia l’area vera e propria del giacimento) è di circa 15 km2; le rocce serbatoio sono costituite da Calcari Grigi di Noriglio, calcare Oolitico e Brecce di Cavone, mentre le rocce di copertura sono costituite da Marne del Cerro.
Il giacimento si trova ad una profondità di circa 2900 m. La trappola è costituita da un’anticlinale allungata in direzione est-ovest e fagliata sia longitudinalmente che trasversalmente.
Il fluido prodotto dal giacimento è composto da olio, gas metano ed acqua di strato (ossia l’acqua fossile caratterizzata da un elevato contenuto di sali).
Nel campo sono presenti 11 pozzi, di cui 1 dedicato alla reiniezione; l’acqua di strato viene infatti reiniettata all’interno del giacimento dal quale è stata estratta insieme all’olio e al gas, in accordo con le best practices internazionali.


Figura 1- In alto, sezione geologica del giacimento Cavone.

Dominio di Rilevazione

Il monitoraggio della sismicità naturale e/o eventualmente indotta dalle attività di coltivazione del giacimento condotte nella concessione, viene effettuato nel volume definito Dominio Interno di rilevazione (figura 2), che per il giacimento di Cavone si estende fino alla superficie, per una fascia di raggio 5 Km che contorna il margine del giacimento posto a circa 3 chilometri di profondità (datum di campo: 2.900 m s.l.m.). Inoltre attraverso dati INGV e delle stazioni di monitoraggio locali sono visualizzati sul sito del Laboratorio Cavone (www.labcavone.it) i dati relativi alla sismicità di tutta la bassa modenese e per una più vasta area di circa 8.000 chilometri quadrati.

I parametri significativi ai fini degli ILG sono i seguenti (profondità da livello mare):

  • Zowc = 3 km. Rappresenta la profondità del giacimento
  • DI = 5 km. È l’estensione del Dominio Interno oltre il margine del giacimento (caso di reiniezione) • Zi = 8 km profondità massima del DI (che si estende 5 km sotto al giacimento)


Figura 2-a) Proiezione in mappa del giacimento (poligono centrale) e del Dominio interno.


Figura 2-b) Sezione ovest-est del Dominio interno.

La configurazione della Rete Sismica e la descrizione delle stazioni è disponibile sul sito www.labcavone.it.

Configurazione della Rete Sismica

La rete di monitoraggio sismico attualmente è costituita da 4 stazioni remote digitali dotate di sismometri 3C a corto periodo. La rete è orientata prevalentemente W-E con una lunghezza di circa 9 km e una larghezza di circa 6 km (vedi figura 3). La rete è stata installata nel dicembre del 1982 ed è operativa nella configurazione attuale da novembre 1992 con una sospensione dell’operatività, a causa di danneggiamento di 2 stazione in seguito ai sismi di maggio-giugno 2012, da settembre 2012 a giugno 2013.
I dati sono trasmessi tramite segnale telefonico GSM al sistema centrale di controllo.

Figura 3- Configurazione della rete sismica. Padana Energia..

Descrizione delle stazioni

Le stazioni di monitoraggio sismico sono equipaggiate con la seguente strumentazione:

  • Sismometro Le-3D71s Lennartz a 3 componenti con periodo di 1 s, massima frequenza di campionamento 80 Hz; trasmissione dati GSM; sistema di alimentazione con batterie tampone, corrente elettrica.
  • Acquisitore Mars-88 a 20 bit Lennartz Electronic 3 canali, acquisizione continua.

Sistema di acquisizione dati

La registrazione dei dati è in continua H24 e i dati sono sincronizzati con segnale radio DCF-77. Sulle stazioni locali avviene una pre-elaborazione che, tramite un algoritmo di tipo STA/LTA, verifica in tempo reale la presenza di possibili eventi sismici (trigger).
Il sistema centrale interroga periodicamente (ogni ora) le stazioni remote e verifica l’esistenza di trigger contemporanei su più stazioni (coincidenze).

Il monitoraggio delle deformazione del suolo

Nell’ambito del LabCavone sono in corso studi ed approfondimenti che riguardano rispetto alla specificità geologica del giacimento le tecniche di acquisizione dati che permettono di fornire informazioni sia sull’andamento temporale che su quello spaziale delle deformazioni dello strato superficiale del suolo durante il periodo di osservazione.
Nel prossimo periodo sono previste ulteriori valutazioni tecnico-economiche anche in merito alla possibilità di effettuare un’analisi storica dei dati disponibili, volta ad individuare il quadro dei movimenti del suolo che si sono già realizzati e delle eventuali attività di monitoraggio geodinamico.

Il monitoraggio delle pressioni di poro

La pressione di fondo del pozzo reiniettore Cavone 14 viene misurata con frequenza annuale e registrato il profilo di pressione e temperatura a profondità prefissate.
Le sopraccitate verifiche annuali, così come anche le analisi dei dati di campo misurati nel maggio-giugno 2014, confermano che l’attuale pressione del giacimento coincide con la pressione originaria misurata al momento della scoperta alla fine degli anni ‘70.