Comunicato Ministeriale 31 ottobre 2001

Conversione in stoccaggio di giacimenti in fase avanzata di coltivazione Comunicazione ai sensi dell’articolo 2 del DM 27 marzo 2001

Ai sensi dell’articolo 2, comma 2, del Decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato del 27 marzo 2001, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 27 aprile 2001, si comunicano gli elementi relativi ai giacimenti in fase avanzata di coltivazione, potenzialmente utilizzabili per attività di stoccaggio.
Ai sensi dell’articolo 2, comma 1, del Decreto sopra indicato, i titolari di concessioni di coltivazione di giacimenti in terraferma rispondenti ai criteri di cui all’articolo 1 dello stesso decreto, con riserve di gas originariamente in posto superiori a un miliardo di Smc, per i quali è stato prodotto almeno l’80% delle riserve producibili, hanno trasmesso a questo Ministero le informazioni disponibili atte a stabilire se i giacimenti medesimi sono tecnicamente ed economicamente adatti per essere adibiti a stoccaggio.
Questo Ministero, sentito il parere degli Uffici F5, F6, F7 dell’UNMIG competenti, ha effettuato una valutazione dei singoli giacimenti, al fine di verificarne l’eventuale idoneità alla conversione in stoccaggio.
Il Ministero ha anche effettuato una ulteriore indagine per verificare l’eventuale esistenza di altri giacimenti, non indicati dai titolari di concessioni di coltivazione, che rispondessero ai criteri sopra citati, senza peraltro individuarne altri.
Nella tabella 1 allegata è riportato l’elenco di tutti i giacimenti indicati dai titolari di concessioni di coltivazione, con alcuni dati di particolare interesse. Una serie di informazioni relative a ciascun giacimento è riportata in allegato 2. Ulteriori elementi sui giacimenti risultati idonei sono disponibili per la consultazione presso l’Ufficio D1 della Direzione generale per l’energia e le risorse minerarie, previa prenotazione telefonica al numero 06- 47052230.
Dalle valutazioni effettuate sono risultati idonei alla conversione a stoccaggio i seguenti giacimenti, tutti oggetto di concessione di coltivazione conferita alla soc. ENI – Div. AGIP:
– Cotignola
– Ravenna terra
– Cornegliano
– S.Potito
– Cugno le Macine
– Serra Pizzuta
Il giacimento di Dosso degli Angeli, pur possedendo i requisiti previsti, è ubicato in area vincolata dal Parco regionale del Delta del Po, come indicato in allegato 2.
Come previsto all’articolo 2, comma 3, del decreto sopra citato, gli operatori interessati possono presentare, esclusivamente via fax al numero 06-47052036, al Ministero delle attività produttive, Direzione generale per l’energia e le risorse minerarie – Ufficio D1, entro il 31 dicembre 2001, l’elenco dei giacimenti per i quali intendono acquisire i dati di dettaglio necessari, a mezzo di accesso al data room di cui all’articolo 2, comma 4, dello stesso decreto, per effettuare lo studio di fattibilità per la conversione in stoccaggio. Gli stessi operatori devono inviare, ove non già trasmessa a questo Ministero, la documentazione necessaria a dimostrare il possesso di adeguata capacità tecnica, economica e organizzativa, al fine di poter svolgere, nel pubblico interesse, un programma di stoccaggio rispondente alle disposizioni del Decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164. Tale documentazione deve comprendere copia dello statuto o del certificato camerale, se avente sede in Italia, o analoga documentazione con allegata traduzione, nel caso di società aventi sede all’estero. Inoltre deve essere fornita la struttura organizzativa del richiedente, l’indicazione delle competenze disponibili anche in termini di risorse umane, le attività svolte negli ultimi tre anni. Per quanto riguarda le capacità finanziarie deve essere presentata copia dei bilanci degli ultimi tre anni, dai quali risulti l’effettiva capacità di condurre l’iniziativa. Nel caso di società recentemente costituita o di gruppi societari, possono essere forniti elementi relativi alla struttura societaria precedente o del gruppo societario d’appartenenza.
Il data room sarà disponibile a partire dall’inizio del mese di gennaio 2002 nella sede del Distretto operativo di Ravenna della soc. ENI – Div.AGIP per una durata complessiva di tre giorni lavorativi per ogni operatore interessato; un massimo di 4 persone per operatore sarà ammesso nel data room. Il calendario di accesso al data room sarà stabilito dal Ministero in funzione delle richieste di accesso. Le informazioni disponibili saranno prevalentemente su supporto cartaceo. I costi del servizio di consultazione saranno limitati a quelli a tal fine effettivamente sostenuti dalla soc. ENI – Div. AGIP, e stabiliti in un apposito contratto, comprensivo delle condizioni di riservatezza di carattere commerciale, che dovrà essere sottoscritto dalla società richiedente prima delle operazioni di consultazione.
Con successivo comunicato saranno resi noti i dati relativi alle previsioni delle necessità di capacità di stoccaggio in funzione dell’evoluzione dei consumi nei prossimi anni e in relazione al grado di sicurezza per il sistema nazionale del gas.
ALLEGATO 1

  CONCESSIONE COLTIVAZIONE SCADENZA CONCESSIONE COLTIVAZIONE CONCESSIONARIO TIPOLOGIA MECCANISMO DI PRODUZIONE
COTIGNOLA SAN POTITO 01-gen-02 ENI-AGIP livelli sabbiosi espansione gas
RAVENNA TERRA RAVENNA TERRA 01-gen-12 ENI-AGIP sabbie torbiditiche espansione gas+acquifero
CORNEGLIANO CAVIAGA 01-gen-02 in corso di proroga ENI-AGIP sabbie di Caviaga espansione gas+acquifero
S.POTITO SAN POTITO 01-gen-02 ENI-AGIP sabbie torbiditiche espansione gas+acquifero
DOSSO DEGLI ANGELI DOSSO DEGLI ANGELI 01-gen-17 ENI-AGIP sabbie torbiditiche espansione gas+acquifero
SPILAMBERTO SPILAMBERTO 01-gen-17 ENI-AGIP sabbie di Cortemaggiore espansione gas+acquifero
CORREGGIO CORREGGIO 01-gen-17 ENI-AGIP livelli sabbiosi espansione gas+acquifero
CAVIAGA CAVIAGA 01-gen-02 in corso di proroga ENI-AGIP sabbie di Asti – argille di Santerno – sabbie di Caviaga espansione gas+acquifero
CUGNO LE MACINE CUGNO LE MACINE 09-mar-05 ENI-AGIP sabbie del Quaternario espansione gas+acquifero
SERRA PIZZUTA SERRA PIZZUTA scaduta 10-set-01 in corso di proroga ENI-AGIP sabbie argillose del Quaternario espansione gas+acquifero
PORTOCANNONE COLLE DI LAURO 13-set-04 Edison Gas GhiaieLivello ORA semplice espansione

 

  GOIP MSmc RISERVE PRODUCIBILI STIMATE INIZIO PRODUZIONE PRODUZIONE CUMULATIVA MSmc STATO DEL GIACIMENTO
COTIGNOLA 2.268 1.458 set-56 1.465 livelli C+C1 in produzione; altri chiusi
RAVENNA TERRA 32.524 22.993 giu-53 22.542 produzione ferma dal 1992
CORNEGLIANO 3.600 2.768 gen-52 2.768 produzione ferma dal 1995
S.POTITO 1.800 1.216 dic-88 1.288 produzione sospesa
DOSSO DEGLI ANGELI 34.830 32.002 dic-70 31.143 in produzione
SPILAMBERTO 12.900 10.612 nov-59 10.297 in produzione
CORREGGIO 10.503 7.166 dic-53 7.212 in produzione
CAVIAGA 22.766 12.126 dic-44 12.144 in produzione
CUGNO LE MACINE 2.750 1.980 62 1.952 in produzione
SERRA PIZZUTA 1.040 637 64 601 livello Q5 chiuso; altri livelli in produzione
PORTOCANNONE 2.800 2.500 ott-67 2.481 in produzione

 

  PRESSIONE INIZIALE Kg/cm2 PRESSIONE ATTUALE Kg/Cm2 POROSITÀ % PERMEABILITÀ mD
COTIGNOLA 115-133 28-100 20-28 95-130
RAVENNA TERRA 142-221 110-162 25-28 55-60
CORNEGLIANO 165 42-63 26-28 20
S.POTITO 203 70   120
DOSSO DEGLI ANGELI 325-504 16 (livelli in produzione)54 (livelli chiusi) 20-26 20-60
SPILAMBERTO 176-182 39-174 22-27 2-145
CORREGGIO 122,4 54 – 56   180-500
CAVIAGA 140,1 6,6   40-80
CUGNO LE MACINE 72 25   >100
SERRA PIZZUTA 82 18 (al livello in produzione,diverso da quello adibito astoccaggio) 27 68
PORTOCANNONE 33,7 4-7 27 230-750

 

  PROFONDITÀ m STIMA EFFICIENZA STOCCAGGIO IDONEITÀ
COTIGNOLA 875-1075 >30% su livello C+C1 si
RAVENNA TERRA 1280-1300-1735-1870-1950 non valutabile si
CORNEGLIANO 1255-1377 non valutabile si
S.POTITO 1820-2371 non valutabile si
DOSSO DEGLI ANGELI 2992-3041-3116-3190-3442-3742 >30% problemi ambientali per presenza Parco regionale del Delta del Po
SPILAMBERTO 1133-1396 non valutabile non idoneo per mancanza di continuità idraulica e presenza di barriere di permeabilità; livelli con H2S
CORREGGIO 2686-2788 >30% non idoneo per mancanza di continuità idraulica e presenza di barriere di permeabilità
CAVIAGA 1310-1416 >30 % non idoneo per collasso roccia di copertura
CUGNO LE MACINE 617 non valutabile si – già adibito a stoccaggio dal 1977 al 1985
SERRA PIZZUTA 762 non valutabile si – già adibito a stoccaggio dal 1978 al 1985
PORTOCANNONE -205 m dal pianocampagna >30% non idoneo per assenza garanzie tenuta per giacimento troppo superficiale

ALLEGATO 2
ELEMENTI INTEGRATIVI SUI GIACIMENTI IN CONCESSIONE DI COLTIVAZIONE SEGNALATI PER LA CONVERSIONE
A STOCCAGGIO E RELATIVA ANALISI DI IDONEITA’

Elementi integrativi

1) Giacimento di Cotignola
Il giacimento di “Cotignola” è un campo geologicamente costituito da 5 livelli di cui 2 principali (i livelli B e C+C1) e 3 minori (i livelli A, D+D1 ed E + E1).
Su di un basamento del pre-Messiniano (marne della formazione Fusignano), all’interno di banchi argillosi, sono inserite lenti sabbiose del Tortoniano (livello A di spessore metrico) mentre arealmente, sopra questo basamento, si sono inseriti gli altri livelli sabbiosi del Pliocene Inferiore.
I livelli del campo, per la loro geometria lenticolare non hanno uno spessore costante.
Lo spessore registrato ai pozzi per i livelli varia dai 7 ai 70 m circa.
Le rocce di copertura sono costituite da sequenze argillose plioceniche dello spessore di centinaia di metri, integre e tali da garantire tenuta idraulica.
Il giacimento è una trappola stratigrafica i cui livelli sabbiosi costituiscono lenti isolate all’interno di depositi argillosi.
Attualmente ci sono 2 pozzi: Cotignola 1 (che produce dal livello A) e Cotignola 15 (autocolmatato).
L’andamento delle pressioni in funzione della produzione cumulativa del gas, esclude la presenza di un acquifero a forte spinta d’acqua soprattutto nel livello C +C1.
Il gas è stato prodotto principalmente dai livelli C + C1 e B (quasi l’88%) e marginalmente dagli altri livelli.
La porosità risulta essere compresa fra il 20% e il 28 %, mentre la permeabilità varia da 95 mD a 130 mD.
La pressione iniziale nei livelli variava dai 115 bar nel livello A, ai 133 bar nel livello E+E1, mentre attualmente la pressione va dai 28 bar del livello C + C1 ai 100 bar del livello A (pressione di abbandono).
Il GOIP del campo è stato valutato in 2.268×106 Sm3 di gas. Le riserve producibili sono state valutate in 1.458×106 Sm3 di gas.
Alla fine del 1981, anno in cui il livello B ha cessato la produzione, lo stesso aveva prodotto 450x106Sm3.
Aggiungendo alla produzione del livello B quella proveniente dai livelli minori (ora non più in produzione) pari a 172×106 Sm3 e quella (tuttora in corso) dal livello C + C1 (livello maggiore) pari a 843x106Sm3, risulta che sono stati prodotti complessivamente 1.465×106 Sm3, superando le riserve ipotizzate di 1.458×106 Sm3

2) Giacimento di Ravenna Terra
Il giacimento di “Ravenna Terra” è costituito da 12 livelli, di cui 2 principali (il livello maggiore A1 ed il livello B subito inferiore), 3 medi (i livelli Q , Q + R ed E) e 7 livelli minori
Le rocce serbatoio sono per tutti i livelli le sabbie torbiditiche della formazione Porto Garibaldi del Pliocene Medio-Superiore.
Ciascun livello è chiuso al top da intercalazioni di argille continue che determinano la presenza di pool sovrapposti ed idraulicamente separati.
Lo spessore per i livelli varia dai 5 m fino ai 35 m.
Le rocce di copertura sono costituite da sequenze argillose plioceniche dello spessore di centinaia di metri integre e tali da garantire tenuta idraulica.
Il giacimento è una trappola stratigrafica con chiusura dei livelli sabbiosi per onlap.
La produzione è ferma dal dicembre 1992 ed attualmente sono rimasti aperti 22 pozzi, anche se non più produttivi, perché invasi dall’acqua o insabbiati.
L’andamento delle pressioni in funzione della produzione cumulativa del gas evidenzia la presenza di un acquifero a forte spinta, per cui il giacimento nei livelli principali e nei livelli medi è risultato avere un meccanismo di produzione sia a espansione sia a spinta d’acqua.
Il gas è stato praticamente tutto prodotto dai livelli A1 (@ 60%), B (@ 35%) e Q, Q + R ed E (@ 4%).
La porosità risulta essere compresa fra il 25% e il 28 %, mentre la permeabilità varia da 55 mD a 60 mD.
La pressione iniziale nei livelli variava dai 142 bar del livello Q ai 221,6 bar del livello B, mentre attualmente le pressioni di abbandono variano dai 110,7 bar del livello Q ai 162,9 bar del livello A1.
Il GOIP del campo è stato valutato in 32.524×106 Sm3 di gas.
Ad oggi, a fronte di riserve producibili ipotizzate pari a 22.993×106 Sm3 di gas, sono stati prodotti 22.542×106 Sm3.

3) Giacimento di Cornegliano
Il giacimento di “Cornegliano” è un campo geologicamente costituito da 5 livelli mineralizzati, di cui un livello principale (il livello C) e quattro livelli secondari (i livelli 4,5,A e B).
Il livello C appartiene alla formazione delle Sabbie di Caviaga (sabbie ed argille con intercalazioni di ghiaie), di età dal Messiniano al Pliocene Inferiore. I restanti livelli sabbiosi sono confinati all’interno della formazione Argille del Santerno del Pliocene Inferiore.
Lo spessore del livello non è costante all’interno del campo, ove si registrano valori compresi fra 30 m e 70 m.
I livelli secondari sono costituiti da livelletti sabbiosi separati (strati di Ripalta) confinati all’interno della formazione Argille del Santerno.
Le rocce di copertura del livello principale sono le Argille del Santerno (che inglobano i livelli secondari) e sono dello spessore dell’ordine delle centinaia di metri, integre e tali da garantire tenuta idraulica.
Il giacimento, in situazione di trappola strutturale, si configura secondo un’anticlinale.
L’andamento delle pressioni in funzione della produzione cumulativa del gas e le numerose chiusure minerarie dei pozzi dovute alle forti venute d’acqua indicano la presenza di un acquifero attivo. Il giacimento è risultato quindi avere un meccanismo di produzione sia a espansione sia a spinta d’acqua.
Attualmente ci sono quattro pozzi (attivi non eroganti), denominati Cornegliano 2-5-6-10.
Il gas è stato prodotto essenzialmente dal livello C (quasi l’88%).
La porosità risulta essere compresa fra il 26% e il 28 %, mentre per quanto riguarda la permeabilità l’unico dato è stato desunto da una prova di produzione effettuata sul pozzo Cornegliano 5 e confermata, per analogia, con il vicino campo di Caviaga, le cui condizioni geologiche sono simili.
Se ne deduce perciò un valore medio della porosità pari a 20 mD.
La pressione iniziale nei livelli suddetti era di 165 bar, mentre attualmente la pressione del giacimento è @105 bar. (ricavata da un pozzo ora chiuso, il Cornegliano 13).
Il GOIP del campo è stato valutato in 3.600×106 Sm3 di gas.
Alla fine del 1995 (anno in cui il campo stesso è stato chiuso per problemi di insabbiamento e di venuta d’acqua) sono state prodotte tutte le riserve certe stimate, pari a 2.768×106 Sm3 di gas.

4) Giacimento di S.Potito
Il giacimento di “S.Potito” è costituito da un livello principale (il livello B + B1), da un livello medio (il livello A + A1) e da un livello minore (il livello C).
I due livelli principali hanno entrambi come rocce serbatoio le sabbie torbiditiche della formazione Porto Garibaldi ma, mentre nel livello principale sono bancate dell’ordine dei 4-8 metri separate da livelli argillosi continui non tali da determinare la strutturazione di pool separati, nel livello secondario sono strutturate in lenti dello spessore dal metro ai tre metri interne alla formazione Argille del Santerno.
Le rocce di copertura sono le sequenze argillose della formazione Argille del Santerno (Pliocene Superiore) dello spessore di centinaia di metri, integre e tali da garantire tenuta idraulica.
Si tratta di una trappola stratigrafica con chiusura dei livelli sabbiosi ad onlap.
Attualmente i pozzi esistenti sono 7, tutti non eroganti perché autocolmatati: San Potito 1, 2 dir, 3 dir, 4 dir A (già utilizzato per reiniezione di acqua di strato), 6 dir e 7 dir.
L’andamento delle pressioni in funzione della produzione cumulativa del gas evidenzia la presenza di un acquifero attivo per cui il giacimento risulta avere un meccanismo di produzione sia a espansione sia a spinta d’acqua.
Il gas è stato praticamente tutto prodotto dai livelli B + B1 (@ 80%) e A +A1 (@ 19%).
La porosità risulta essere del 25% e la permeabilità risulta di 120 mD.
La pressione iniziale nei livelli variava dai 203 bar nel livello A + A1 ai 204 bar nel livello C, mentre la pressione di abbandono risulta pari a 70 bar.
Il GOIP del campo è stato valutato in 1.800×106 Sm3 di gas. Le riserve producibili erano state valutate in 1.216×106 Sm3.
Ad oggi, nonostante i pozzi siano attualmente non eroganti, la produzione, pari a 1.288×106 Sm3, ha superato le riserve teoricamente ipotizzate, previste in 1.216×106 Sm3.

5) Giacimento di Dosso degli Angeli
Il giacimento di “Dosso degli Angeli” è costituito da 8 livelli. I tre livelli principali (PL3-J, PL2-A+A1 e PL2-B+B1), ed i 4 livelli minori risultano essere mineralizzati nei livelli sabbiosi torbiditici della formazione Porto Garibaldi (Pliocene medio-superiore) mentre il livello medio PL2-R1 risulta mineralizzato nei livelli sabbiosi torbiditici della formazione Porto Corsini (Pliocene inferiore-medio).
Lo spessore dei livelli principali va dai 45 ai 60 m, mentre gli altri livelli hanno spessori minori.
Le rocce di copertura sono costituite da sequenze argillose della formazione Porto Garibaldi (Pliocene Superiore) dello spessore dell’ordine delle centinaia di metri, integre e tali da garantire tenuta idraulica. Il giacimento, in situazione di trappola strutturale, si configura secondo un’anticlinale.
La produzione è tuttora in corso solo dai tre livelli principali e dal livello medio (per un totale di 17 pozzi e 18 strings).
L’andamento delle pressioni in funzione della produzione cumulativa del gas evidenzia la presenza di un acquifero attivo.
Il gas è stato prodotto dai 3 livelli principali nella misura rispettivamente di circa il 36% dal PL3-J, di circa il 31% dal PL2-A+A1 e di circa il 23% dal PL2-B+B1, in minima parte dal livello medio PL2-R1 (@ 6%) e per la parte restante dagli altri livelli.
La porosità risulta essere compresa fra il 20,5% e il 26 %, mentre la permeabilità varia da 20 mD a 60 mD, ad eccezione del livello PL2-R1 in cui la permeabilità risulta essere di 2 mD.
La pressione iniziale nei livelli variava dai 325,5 bar nel livello PL3-I ai 504,1bar nel livello PL2-R1, mentre attualmente la pressione varia dai 16 bar dei livelli ancora in esercizio, ai 54 bar dei livelli chiusi (pressione di abbandono).
Il GOIP del campo è stato valutato in 34.830×106 Sm3 di gas. Ad oggi, a fronte di riserve producibili pari 32.002x106Sm3 di gas, sono stati prodotti 31.143×106 Sm3 di gas .

6) Giacimento di Spilamberto
Il giacimento di “Spilamberto” è costituito da 10 livelli sabbiosi, denominati A0, A1, A2, A3, B0, B1, B2, C0, C1 e C1 appartenenti alla formazione sabbie di Cortemaggiore del Messiniano.
Il giacimento è diviso in 5 blocchi: Blocco 0 (AO,A1,A2,B1,B2,C0,C1,C2), Blocco I (A1,A2,B0,B1,B2,C0,C1,C2), Blocco II (A0,BO,B1,CO,C1), Blocco III (A0,BO,B1,C1), Blocco IV (A0), Blocco Est (A3).
Le rocce serbatoio sono le sabbie di Cortemaggiore (livelli sabbiosi conglomeratici separati da intercalazioni argillose) ed i livelli mineralizzati (all’interno dei blocchi) sono a gas sia dolce sia acido (presenza di idrogeno solforato).
Arealmente, il campo è suddiviso da blocchi in faglie che costituiscono importanti barriere di permeabilità rendendoli idraulicamente separati fra di loro.
Lo spessore dei livelli va dal metro del livello A2 nel blocco 0 ai 48 m del livello B1 sempre nel blocco 0. I livelli sabbiosi mineralizzati presentano spessori estremamente variabili con geometria lenticolare.
Le rocce di copertura sono costituite dalle sequenze argillose della formazione “Argille del Santerno” dello spessore di centinaia di metri, integre e tali da garantire tenuta idraulica.
Si tratta di una trappola di tipo misto: strutturale-stratigrafico (la conformazione ad anticlinale della successione stratigrafica costituisce un’ulteriore effetto di intrappolamento degli idrocarburi).
La produzione è tuttora in corso da 11 pozzi nei blocchi 1, 2, 3 e 4 (per un totale di 15 string) visto che il pozzo 31 è scollegato ed il 9 è utilizzato per la reiniezione dell’acqua di strato.
L’andamento delle pressioni in funzione della produzione cumulativa del gas evidenzia la presenza di un acquifero a forte spinta, per cui il giacimento nei vari livelli è risultato avere un meccanismo di produzione sia a espansione sia a spinta d’acqua.
La porosità in alcuni livelli risulta <20% mentre in altri è compresa fra il 20,1% e il 27,8%.
La permeabilità in alcuni livelli risulta <20 mD mentre in altri risulta compresa fra 28,8 mD e 145,3 mD.

7) Giacimento di Correggio
Il campo a gas di “Correggio” è costituito da 5 livelli sabbiosi, di cui uno principale (il livello PL2/B1+B2, uno medio e tre livelli minori, appartenenti alla formazione Porto Garibaldi del Pliocene Superiore.
Il giacimento è diviso in vari blocchi, ed ogni blocco è fagliato con faglie attive (di queste, le due principali arrivano in superficie).
Le rocce serbatoio sono i livelli sabbiosi appartenenti alla formazione Porto Garibaldi del Pliocene Medio.
Arealmente il campo è suddiviso in blocchi da faglie che costituiscono importanti barriere di permeabilità, rendendoli idraulicamente separati fra di loro.
Lo spessore dei livelli va dagli 11 m del livello PL2-A, ai 22¸23 m dei livelli PL2-B1 e PL2-B2 fino ai 65m del livello PL2-C.
Le rocce di copertura sono costituite dalle sequenze argillose della formazione “Argille del Santerno” dello spessore di centinaia di metri, integre e tali da garantire tenuta idraulica.
Si tratta di una trappola di tipo misto strutturale-stratigrafico (la conformazione ad anticlinale della successione stratigrafica costituisce un’ulteriore effetto di intrappolamento degli idrocarburi).
La produzione è tuttora in corso da 4 pozzi nei livelli PL2-A, PL2-B1 e PL2-B2 (per un totale di 5 string) mentre il pozzo 11 è utilizzato per la reiniezione dell’acqua di strato.
L’andamento delle pressioni in funzione della produzione cumulativa del gas evidenzia la presenza di un acquifero a debole spinta.
La porosità è del 25% mentre la permeabilità risulta compresa fra 180 mD e 500 mD.

8) Giacimento di Caviaga
Il giacimento di “Caviaga” è costituito da 5 livelli sabbiosi, di cui due principali (livelli A e B) e tre minori ( livelli C, D e Q).
Il livello Q appartiene alla formazione Sabbie di Asti, il livello A alla formazione Argille del Santerno e i livelli B-C-D alla formazione Sabbie di Caviaga.
Il giacimento ha prodotto complessivamente 12144 MSmc, con un abbassamento della pressione dai 140 kg/cm2 iniziali agli attuali 6,6 kg/cm2.
Attualmente 1566 MSmc sono stati prodotti da livelli minori e pozzi di sfiato perforati a seguito delle eruzioni del periodo 1948-1956.
Il meccanismo di produzione è ad espansione e spinta dell’acquifero.
Esistono 16 pozzi agibili, di cui 8 ancora produttivi ed uno adibito a smaltimento delle acque.

9) Giacimento di Cugno le Macine
Nella concessione di coltivazione che interessa il campo Grottole-Ferrandina, sono presenti tre livelli:
a) livello dei calcari del Cretaceo superiore contraddistinto da porosità pari a 8% e permeabilità superiore a 100 mD, rinvenuto in 4 pozzi;
b) livello delle sabbie del Quaternario contraddistinto da porosità pari a 25% e permeabilità superiore a 100 mD, rinvenuto in 13 pozzi;
c) livelli minori di natura lenticolare contraddistinti da porosità pari a 25% e permeabilità non definita, rinvenuti in 5 pozzi.
La formazione è costituita da sabbie argillose ed argille sabbiose, con caratteristiche non omogenee in senso orizzontale, mineralizzate a gas metano, con chiusura per trappola stratigrafica (pinch-out) contenuta nelle argille del Pliocene, ad una profondità media di 617 metri s.l.m..
La copertura è costituita da bancate di argille aventi spessore variabile dai 10 ai 40 metri; la struttura costituiva un unico complesso idrodinamico anche se il contatto gas-acqua, compreso tra le quote – 650 e – 680 metri s.l.m., non era orizzontale a causa delle variazioni laterali del contenuto di argilla nella formazione sabbiosa.
Il meccanismo di produzione del giacimento è del tipo a spinta d’acqua.
La pressione iniziale era di 72 kg/cm2 e, attualmente, varia da 25 a 56 kg/cm2.
La permeabilità è maggiore di 100 mD.
Il GOIP del campo è stato valutato in 2.750 M Smc, e le riserve producibili in 1.980 M Smc. Fino ad ora sono stati prodotti 1.296 M Smc.
Il pool delle sabbie era stato ritenuto, per morfologia, litologia e caratteristiche petrografiche e produttive, il più idoneo per attività di stoccaggio, ed è stato conseguentemente oggetto di una concessione di stoccaggio, in titolo all’Agip S.p.A., intestataria anche della concessione di coltivazione denominata “Cugno le Macine”, conferita con D.M. 22.06.76 e, successivamente, oggetto di rinuncia, accettata con D.M. 28.05.91, motivata dalle ridotte potenzialità del giacimento a confronto delle esigenze di stoccaggio di quegli anni, che potevano essere più efficacemente soddisfatte con il potenziamento di altri giacimenti di stoccaggio esistenti, in particolare quello di Fiume Treste.
Lo stoccaggio fu iniziato nell’agosto 1977 quando il pool aveva prodotto 720,6 milioni di Smc.di gas e proseguì con cicli di iniezione e produzione alquanto regolari fino al 1985; successivamente, per circa 5 anni, fu prodotto parte del “cushion gas”.
I pozzi all’epoca adibiti allo stoccaggio erano sedici (Ferrandina 2 – 13 – 17 e Grottole 19 – 23 – 25 – 26 – 28 – 29 – 30 -32 – 33 – 34 – 35 – 36 e 37) poi riutilizzati con le relative facilities di campo e centrali di stoccaggio per il prosieguo dell’attività di coltivazione del gas dolce a rinuncia accettata.
Nelle vicinanze è ubicato il metanodotto SNAM “Grottole – Pisticci” e quello per Bari, per cui il giacimento è ben posizionato rispetto alla locale rete dei metanodotti.

10) Giacimento di Serra Pizzuta
In questa concessione di coltivazione, che interessa il campo “Pisticci-San Cataldo”, è presente una serie di livelli, contraddistinti da valori di porosità e permeabilità inferiori a quelli di cui alla lettera d) dell’art. 1 del D.M. 27.03.01, una serie di livelli minori non definiti ed un unico livello, denominato “pool Sud-Est del livello Q”, con valori di porosità e permeabilità in linea con i valori richiesti, peraltro già utilizzato per attività di stoccaggio da parte della soc. AGIP, all’epoca intestataria della relativa concessione di coltivazione, nell’ambito della concessione di stoccaggio “Serra Pizzuta”.
La roccia mineralizzata era costituita da sabbie più o meno argillose del Quaternario, con chiusura per trappola stratigrafica avente top alla profondità di m. – 760 s.l.m., piano d’acqua originario a – 772 metri s.l.m., pressione originaria di giacimento pari a 82,2 kg/cm2 ed un quantitativo di gas originariamente in posto pari a 1,04 miliardi di Smc.
Il meccanismo di produzione è del tipo a spinta d’acqua, mentre la copertura è costituita da terreni della formazione alloctona e da strati argillosi aventi spessore variabile dai 40 ai 300 metri.
Per il livello a suo tempo adibito a stoccaggio, costituito da sabbie argillose del Quaternario, la pressione iniziale era di 82 kg/cm2 e quella attuale di 18 kg/cm2.
La porosità risulta del 27% e la permeabilità di 68 mD.
Il GOIP era stato stimato in 1040 MSmc, di cui 601 attualmente prodotti.
La concessione di stoccaggio fu conferita con D.M. 26.02.77 e in seguito oggetto di rinuncia, accettata con D.M. 28.05.91, motivata dalle ridotte potenzialità del giacimento a confronto delle esigenze di stoccaggio di quegli anni, che potevano essere più efficacemente soddisfatte con il potenziamento di altri giacimenti di stoccaggio esistenti, in particolare quello di Fiume Treste.
L’operatività del progetto di stoccaggio fu legata a portate di punta non superiori a 1 milione di Smc/g ed a valori di working gas di circa 60 milioni di Smc, per non superare la pressione statica originaria, prevedendo, altresì, per motivi di sicurezza, di sospendere la fase di iniezione ogni 2 o 3 anni.
I pozzi all’epoca adibiti allo stoccaggio erano sette (Pisticci 3 – 10 – 17 – 23 – 25 – 26 e 27) poi riutilizzati con le relative facilities di campo e centrali di stoccaggio per il prosieguo dell’attività di coltivazione degli idrocarburi gassosi localizzati nei pools a sabbie del Pliocene e del Quaternario, a parte quella di coltivazione degli idrocarburi liquidi ubicati nei calcari Mesozoici.
Lo stoccaggio fu iniziato nel febbraio 1978 quando il pool aveva prodotto 425 milioni di Smc di gas e continuò, con regolari cicli di iniezione e produzione, fino al 1985, rimanendo poi pressoché inattivo, fino alla data di inoltro della citata istanza di rinuncia.

11) Giacimento di Portocannone
Il giacimento di “Portocannone” è sito in un’area di intensa attività sedimentaria Plio-Pleistocenica, con successioni stratigrafiche torbiditiche e di piana bacinale, con argille marnose, arenarie e sabbie. Tali terreni, oltre a presentare locali variazioni di facies dovute alla suddivisione dell’avanfossa in bacini minori, sono interessati, verso il margine appenninico, da potenti coltri alloctone, a matrice argillosa in cui si rinvengono olistoliti poligenici provenienti dai bacini più interni.
Le serie torbiditiche sono precedute da un intervallo argilloso-marnoso di base di circa 100-150 metri di spessore, che precede la parte a carico più grossolano, richiamata durante la fase di massima subsidenza. La fase terminale post-torbiditica è caratterizzata da condizioni di mare poco profondo.
Il motivo strutturale che caratterizza il campo di Portocannone è rappresentato da uno scorrimento con vergenza N-E, impostato su un sistema di faglie inverse, risultante da movimenti compressivi di età pliocenica superiore, legati all’orogenesi appenninica. Ne consegue una ripetizione della serie: sopra i livelli denominati OR per la serie sovrascorsa, sotto i livelli R per la serie autoctona.
La parte sovrascorsa è costituita da un’anticlinale asimmetrica allungata secondo l’asse NW-SE, mentre la parte autoctona è disposta a monoclinale verso NE ed è troncata a SO dalla faglia inversa.
Il fronte di sovrascorrimento, anche se mappato come uniforme, è probabilmente segmentato a causa di un sistema di faglie trasversale all’asse della struttura.
Tali faglie presentano deboli rigetti verticali, insufficienti a compartimentare i livelli più spessi, ma più che sufficienti a separare tra loro quelli più sottili, dividendo la struttura in numerose trappole.
La successione stratigrafica interessante i pozzi della concessione Colle di Lauro, di età pliocenica medio superiore, Formazione Bradano sabbioso, è costituita essenzialmente da alternanze sabbiose e argillose, caratterizzate da notevole continuità laterale. Gli spessori variano da un massimo di 155 a un minimo di 72 metri.
L’inizio della coltivazione del giacimento di Portocannone risale alla fine degli anni ’60. La produzione globale fino ad ora risulta pari a oltre 2,481 miliardi di Smc di gas naturale, quasi pari al GOIP, stimato in 2,8 miliardi di Smc.
Il giacimento è suddivisibile in 12 distinte trappole, per una sola delle quali sono rispettati i requisiti di base previsti dal D.M.8.3.2001, la trappola ORa, che ha già prodotto oltre1 miliardo di Smc. La pressione iniziale era pari 33,7 Kg/cmq, mentre quella attuale risulta di 4-7 Kg/cmq
La relativa porosità è superiore al 20%, mentre la permeabilità è maggiore di 20 mD.
L’efficienza dello stoccaggio è stata valutata essere superiore al 30%
La profondità del giacimento risulta piuttosto modesta e varia fra -169 e -324 metri.

Conclusioni dell’analisi di idoneità
Dai dati esposti ed in relazione alle condizioni previste dalla normativa vigente, in particolare dal D.M. 27/03/2001, risultano potenzialmente idonei per valutarne la possibilità di conversione allo stoccaggio i seguenti giacimenti:
– Cotignola
– Ravenna terra
– Conegliano
– S.Potito
– Cugno le Macine
– Serra Pizzuta
Peraltro, per i due ultimi giacimenti restano da verificare le condizioni tecnico – economiche che hanno portato, a suo tempo, alla rinuncia delle relative concessioni di stoccaggio
Per quanto riguarda il giacimento Dosso degli Angeli, dai dati sopra riportati ne risulta la potenzialità alla conversione allo stoccaggio nei termini previsti dal D.M. 27/03/2001, ad eccezione del livello PL2-R1 (per insufficiente permeabilità). Tuttavia lo sviluppo del campo per lo stoccaggio comporterebbe un intervento su di un’area vincolata dal punto di vista naturalistico-ambientale e conseguentemente una difficile localizzazione dei siti per la costruzione di nuove infrastrutture per lo stoccaggio. In particolare, il Regolamento del Parco regionale del Delta del Po, adottato con Legge della Regione Emilia Romagna n.27 del 2.7.88, prevede il divieto di nuove attività estrattive e della messa in esercizio di nuovi impianti di sfruttamento delle risorse energetiche del sottosuolo, della realizzazione di nuove condotte di trasporto di gas, ad eccezione delle reti di distribuzione all’interno delle zone urbanizzate, nonché l’obbligo, per le attività di coltivazione in corso, di concordare con l’Ente Parco un programma per la dismissione degli impianti in base alla durata delle concessioni vigenti e l’adozione di idonee misura di mitigazione dell’impatto ambientale e visivo degli impianti e delle condotte.
Nel caso del giacimento di Spilamberto, dall’esame dei valori di porosità e permeabilità risulta l’inesistenza di condizioni omogenee favorevoli per definire l’idoneità allo stoccaggio della totalità dei livelli e quindi del giacimento. Solo alcuni livelli all’interno dei blocchi presentano valori di porosità e permeabilità idonei. Tuttavia la mancanza di continuità idraulica, e la presenza di barriere di permeabilità dovute a faglie, rende inidoneo nel suo complesso il giacimento allo stoccaggio.
Per il giacimento di Correggio, anche se i valori di porosità e permeabilità risultano favorevoli per definire l’idoneità allo stoccaggio, la mancanza di continuità idraulica e la presenza di barriere di permeabilità dovute a faglie, oltre alla presenza di faglie attive in attraversamento del giacimento, rende inidoneo il giacimento stesso, nel suo complesso, allo stoccaggio.
Il giacimento di Caviaga risulta non idoneo allo stoccaggio in quanto, per incidenti di perforazione avvenuti durante la prima fase della sua coltivazione (anni 1948-1956) si è avuto il “collasso” locale della roccia di copertura che ha determinato condizioni di comunicazione diretta del giacimento con la superficie. La roccia di copertura pertanto non è a tenuta.
Il giacimento di Portocannone non viene ritenuto idoneo alla conversione a stoccaggio in quanto il relativo culmine è a soli 205 metri dal piano campagna e quindi il giacimento non offre sufficienti garanzie di tenuta idraulica in corso di stoccaggio, anche in relazione ai cicli ripetuti di riempimento e svuotamento del reservoir.