Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica Direzione generale fonti energetiche e titoli abilitativi

Idrocarburi e georisorse (UNMIG)

Notizie

19/Dic/2018
Metanizzazione del mezzogiorno

 

 

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19/Dic/2018
Altre attività

 

 

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19/Dic/2018
Dati storici – Progetto ViDEPI

Pozzi storici

Elenco storico dei pozzi perforati in italia dal 1895 al 2016. L’elenco comprende in gran parte pozzi non produttivi ormai chiusi minerariamente.

Produzione storica

Produzione storica annuale di idrocarburi – Anni 1980-2003.
Nota: per le righe dove è riportato il valore zero in corrispondenza della colonna ‘Anno’ il valore della colonna ‘Produzione’ rappresenta la produzione cumulata ottenuta negli anni antecedenti il 1980
Gas naturale in migliaia di Sm3 – Olio greggio in tonnellate

Nota: per le righe dove è riportato il valore zero in corrispondenza della colonna ‘Anno’ il valore della colonna ‘Produzione’ rappresenta la produzione cumulata ottenuta negli anni antecedenti il 1980

Progetto ViDEPI

Visibilità dei Dati afferenti all’attività di Esplorazione Petrolifera in Italia

Il progetto ViDEPI ha l’obiettivo di rendere facilmente accessibili i documenti tecnici relativi all’esplorazione petrolifera in Italia. Si tratta di documentazione riguardante titoli minerari cessati, e pertanto pubblica, depositata a partire dal 1957 presso l’UNMIG, Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse del Ministero dello sviluppo economico.

L’attività di esplorazione petrolifera in Italia è disciplinata dalla Legge 11 gennaio 1957, n. 6, che ha istituito l’UNMIG, Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse appartenente alla Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche, con sede centrale presso il Ministero dello sviluppo economico e sedi periferiche a Bologna, Roma e Napoli.

La normativa stabilisce che le Compagnie operatrici dei singoli titoli minerari debbano fornire all’UNMIG rapporti tecnici progressivi sull’attività svolta nei titoli medesimi includenti copia di documenti esemplificativi, quali carte geologiche, carte strutturali, profili finali di pozzi, linee sismiche, etc. La stessa legge prevede che i documenti consegnati divengano di pubblica disponibilità dopo un anno dalla cessazione del titolo per il quale erano stati prodotti. In più di mezzo secolo si è venuto a costituire un’importante base di dati concernenti il sottosuolo del nostro paese.

  • 625 fascicoli di titoli minerari cessati;
  • 230 relazioni tecniche;
  • 846 allegati;
  • 299 profili finali di pozzo;
  • 578 linee sismiche della campagna di sismica riconoscitiva delle zone marine;
  • 70 linee sismiche del progetto CROP Atlas;
  • 396 linee sismiche acquisite in titoli minerari cessati.

Progetto ViPEPI

19/Dic/2018
Riserve nazionali di idrocarburi – Anno 2017

Il dato rivalutato sulle riserve al 31 dicembre 2017, da distinguere secondo la classificazione internazionale in certe, probabili e possibili, rivela, rispetto al dato fissato al 31 dicembre 2016 e al netto della produzione ottenuta nell’anno 2017, un incremento del 37,7% per il gas ed un incremento del 16,3% per l’olio.

 

Classificazione delle riserve

  • Le riserve certe rappresentano le quantità stimate di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria di giacimento disponibili, potranno, con ragionevole certezza (probabilità maggiore del 90%) essere commercialmente prodotte nelle condizioni tecniche, contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato.
  • Le riserve probabili rappresentano le quantità di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria dei giacimenti disponibili, potranno essere recuperate con ragionevole probabilità (maggiore del 50%) in base alle condizioni tecniche contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato; gli elementi di incertezza residua possono riguardare l’estensione o altre caratteristiche del giacimento (rischio minerario), l’economicità (alle condizioni del progetto di sviluppo), l’esistenza o adeguatezza del sistema di trasporto degli idrocarburi e/o del mercato di vendita.
  • Le riserve possibili sono le quantità di idrocarburi che si stima di poter recuperare con un grado di probabilità decisamente più contenuto (molto minore del 50%) rispetto a quello delle riserve probabili, ovvero che presentano grado di economicità inferiore rispetto al limite stabilito.

 

 

Riserve 2016

Produzione 2017

Riserve al netto produzione 2017

Riserve 2017
rivalutate

Variazione %

GAS
(milioni di Sm3)

38.114

5.657

32.457

44.684

37,7%

OLIO
(migliaia di tonn.)

71.419

4.138

67.281

78.244

16,3%

Per quanto attiene all’ubicazione delle riserve certe, il 60% del totale nazionale di gas è ubicato in terra, mentre le riserve di olio ricadono per il 92% in terraferma, per la maggior parte in Basilicata.

 

Riserve di gas naturale al 31 dicembre 2017

GAS (milioni di Sm3)

 

Certe

Probabili

Possibili

% Certe

Nord Italia

2.353

2.469

95

5,3%

Centro Italia

218

678

33

0,5%

Sud Italia

23.435

25.841

13.326

52,4%

Sicilia

803

526

331

1,8%

Totale TERRA

26.809

29.515

13.787

60,0%

Zona A

8.034

10.094

3.166

18,0%

Zona B

7.261

5.581

4.171

16,3%

Zone C+D+F+G

2.579

10.573

2.550

5,8%

Totale MARE

17.875

26.248

9.888

40,0%

TOTALE

44.684

55.762

23.674

100,0%

 

Riserve di olio greggio al 31 dicembre 2017

OLIO (migliaia di tonnellate)

 

Certe

Probabili

Possibili

% Certe

Nord Italia

382

4

0

0,5%

Centro Italia

7

0

0

0,0%

Sud Italia

67.457

77.790

50.513

86,2%

Sicilia

4.153

4.538

2.330

5,3%

Totale TERRA

72.000

82.332

52.843

92,0%

Zona B

2.621

719

0

3,3%

Zona C

3.624

3.371

256

4,6%

Zona F

0

0

0

0,0%

Totale MARE

6.245

4.090

256

8,0%

TOTALE

78.244

86.422

53.099

100,0%

19/Dic/2018
Riserve nazionali di idrocarburi

Anno 2018

Il dato rivalutato sulle riserve al 31 dicembre 2018, da distinguere secondo la classificazione internazionale in certe, probabili e possibili, rivela, rispetto al dato fissato al 31 dicembre 2017 e al netto della produzione ottenuta nell’anno 2018, un incremento del 23,9% per il gas ed un incremento del 3,1% per l’olio.

Classificazione delle riserve

  • Le riserve certe rappresentano le quantità stimate di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria di giacimento disponibili, potranno, con ragionevole certezza (probabilità maggiore del 90%) essere commercialmente prodotte nelle condizioni tecniche, contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato.
  • Le riserve probabili rappresentano le quantità di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria dei giacimenti disponibili, potranno essere recuperate con ragionevole probabilità (maggiore del 50%) in base alle condizioni tecniche contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato; gli elementi di incertezza residua possono riguardare l’estensione o altre caratteristiche del giacimento (rischio minerario), l’economicità (alle condizioni del progetto di sviluppo), l’esistenza o adeguatezza del sistema di trasporto degli idrocarburi e/o del mercato di vendita.
  • Le riserve possibili sono le quantità di idrocarburi che si stima di poter recuperare con un grado di probabilità decisamente più contenuto (molto minore del 50%) rispetto a quello delle riserve probabili, ovvero che presentano grado di economicità inferiore rispetto al limite stabilito.

 

Riserve rivalutate

 

Riserve 2017

Produzione 2018

Riserve al netto produzione 2018

Riserve 2018
rivalutate

Variazione %

GAS
(milioni di Sm3)

44.684

5553

39.131

48.479

23,9%

OLIO
(migliaia di tonn.)

78.244

4673

73.571

75.832

3,1%

Per quanto attiene all’ubicazione delle riserve certe, il 53,8% del totale nazionale di gas è ubicato in terra, mentre le riserve di olio ricadono per il 92,5% in terraferma, per la maggior parte in Basilicata.

 

Riserve di gas naturale al 31 dicembre 2018

GAS (milioni di Sm3)

 

Certe

Probabili

Possibili

% Certe

Nord Italia

2.439

2.431

413

5,0%

Centro Italia

190

585

33

0,4%

Sud Italia

22.667

24.563

12.989

46,8%

Sicilia

781

584

368

1,6%

Totale TERRA

26.077

28.163

13.803

53,8%

Zona A

7.278

9.634

5.237

15,0%

Zona B

7.162

7.698

2.443

14,8%

Zone C+D+F+G

7.962

8.628

3.233

16,4%

Totale MARE

22.402

25.960

10.913

46,2%

TOTALE

48.479

54.123

24.716

100,0%

 

Riserve di olio greggio al 31 dicembre 2018

OLIO (migliaia di tonnellate)

 

Certe

Probabili

Possibili

% Certe

Nord Italia

265

168

0

0,3%

Centro Italia

12

0

0

0,0%

Sud Italia

64.511

76.869

50.473

85,1%

Sicilia

5.330

4.461

2.816

7,0%

Totale TERRA

70.118

81.498

53.289

92,5%

Zona B

2.321

660

0

3,1%

Zona C

3.393

3.226

254

4,5%

Zona F

0

0

0

0,0%

Totale MARE

5.714

3.886

254

7,5%

TOTALE

75.832

85.384

53.543

100,0%

19/Dic/2018
Riserve nazionali di idrocarburi

Anno 2019

Il dato rivalutato sulle riserve al 31 dicembre 2019 da distinguere secondo la classificazione internazionale in certe (P1), probabili (P2) e possibili (P3), rivela, rispetto al dato fissato al 31 dicembre 2018 e al netto della produzione ottenuta nell’anno 2019, un incremento del 5,2% per il gas ed un incremento del 1,9% per l’olio.

 

Classificazione delle riserve
  • Le riserve certe rappresentano le quantità stimate di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria di giacimento disponibili, potranno, con ragionevole certezza (probabilità maggiore del 90%) essere commercialmente prodotte nelle condizioni tecniche, contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato.
  • Le riserve probabili rappresentano le quantità di idrocarburi che, sulla base dei dati geologici e di ingegneria dei giacimenti disponibili, potranno essere recuperate con ragionevole probabilità (maggiore del 50%) in base alle condizioni tecniche contrattuali, economiche ed operative esistenti al momento considerato; gli elementi di incertezza residua possono riguardare l’estensione o altre caratteristiche del giacimento (rischio minerario), l’economicità (alle condizioni del progetto di sviluppo), l’esistenza o adeguatezza del sistema di trasporto degli idrocarburi e/o del mercato di vendita.
  • Le riserve possibili sono le quantità di idrocarburi che si stima di poter recuperare con un grado di probabilità decisamente più contenuto (molto minore del 50%) rispetto a quello delle riserve probabili, ovvero che presentano grado di economicità inferiore rispetto al limite stabilito.

 

Riserve rivalutate

 

Riserve 2018

Produzione 2019

Riserve al netto produzione 2019

Riserve 2019
rivalutate

Variazione %

GAS
(milioni di Sm3)

48.479

4.983 43.496 45.775 5,2%

OLIO
(migliaia di tonn.)

75.832 4.268 71.564 72.904

1,9%

Per quanto attiene all’ubicazione delle riserve certe, il 55,4% del totale nazionale di gas è ubicato in terra, mentre le riserve di olio ricadono per il 94,9% in terraferma, per la maggior parte in Basilicata.

 

Riserve di gas naturale al 31 dicembre 2019

GAS (milioni di Sm3)

 

Certe

Probabili

Possibili

% Certe

Nord Italia

2.286

2.291

243

5,0%

Centro Italia

192

571

21

0,4%

Sud Italia

21.804

24.037

12.916

47,6%

Sicilia

1.073

356

455

2,3%

Totale TERRA

25.355

27.256

13.635

55,4%

Zona A

6.417

5.287

1.770

14,0%

Zona B

6.493

4.727

1.272

14,2%

Zone C+D+F+G

7.511

8.633

3.235

16,4%

Totale MARE

20.421

18.646

6.277

44,6%

TOTALE

45.775

45.901

19.912

100,0%

 

Riserve di olio greggio al 31 dicembre 2019

OLIO (migliaia di tonnellate)

 

Certe

Probabili

Possibili

% Certe

Nord Italia

330

8

0

0,5%

Centro Italia

36

0

0

0,0%

Sud Italia

63.574

75.942

50.472

87,2%

Sicilia

5.243

3.721

2.753

7,2%

Totale TERRA

69.183

79.670

53.225

94,9%

Zona B

2.106

660

0

2,9%

Zona C

1.615

260

242

2,2%

Zona F

0

0

0

0,0%

Totale MARE

3.721

920

242

5,1%

TOTALE

72.904

80.590

53.467

100,0%

19/Dic/2018
dati

 

 

INTRO DATI

 

19/Dic/2018
Geomonitoraggi

In questa sezione del sito sono pubblicate le informazioni relative alle attività della DGS UNMIG legate al tema dei monitoraggi del suolo e sottosuolo, genericamente ricomprese nel termine di “GeoMonitoraggi”.
Per GeoMonitoraggi si indicano le attività di: progettazione di reti di monitoraggio, raccolta dati e successiva elaborazione, analisi, governance e validazione di carattere geologico, geostrutturale e giacimentologico, effettuati al fine di massimizzare la sicurezza delle attività antropiche che interessano direttamente o indirettamente il suolo e il sottosuolo.
In particolare le informazioni pubblicate in questa sezione del sito sono di carattere prettamente divulgativo.
Per informazioni di carattere tecnico specifico si rimanda ai siti web degli enti incaricati e delle società coinvolte dalle attività di monitoraggio.
L’attività di divulgazione di queste informazioni risponde a quanto previsto dagli Indirizzi e Linee Guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro (anche ILG), pubblicate dal Ministero Sviluppo Economico nel 2014.
Tali Indirizzi e Linee Guida disciplinano e indicano le modalità secondo cui deve essere effettuato il monitoraggio integrato della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell’ambito delle attività antropiche connesse alla produzione di idrocarburi, alla produzione di energia geotermica e allo stoccaggio di gas naturale, in base al programma lavori e al tipo di attività svolto.
Infatti, le attività antropiche, in generale, così come emerge dagli studi scientifici più recenti, generano variazioni sullo stato tensionale del suolo e sottosuolo; tuttavia non risulta semplice stabilirne l’effettivo contributo in una data regione a causa delle condizioni geologico strutturali preesistenti sull’intero territorio nazionale.
In particolare è utile evidenziare che per sismicità indotta si intende quella derivata dall’attività antropica (in assenza di sismicità naturale), mentre nel caso della sismicità innescata si intende una sismicità naturale i cui eventi sismici sono favoriti dagli effetti dell’attività umana (Horbach et al., 2015).
Grazie al lavoro del Gruppo di Esperti che ha redatto gli Indirizzi e Linee Guida siamo oggi in grado di utilizzare l’importante bagaglio tecnico e tecnologico delle imprese italiane per studiare e monitorare questi fenomeni, contribuendo significativamente all’incremento delle conoscenze scientifiche sia sui fenomeni naturali che sugli effetti potenzialmente indotti/innescati.
L’Italia rappresenta infatti un’avanguardia nel monitoraggio di queste attività, avendo predisposto e sperimentando su casi studio reali delle reti di monitoraggio performanti ed un sistema di gestione totalmente innovativo che permetteranno di determinare le variazioni dei carichi tensionali in atto nel sottosuolo e quelli eventualmente generati in una specifica area, in funzione delle caratteristiche geologico strutturali.
Gli Indirizzi e Linee Guida (ILG) sono stati elaborati facendo particolare riferimento alle attività antropiche di estrazione e reiniezione di fluidi onshore (a cui saranno applicati, in primo luogo, gli standard previsti). Nonostante ciò risultano essere applicabili, con opportuni adattamenti tecnici, anche ad attività offshore. Potranno essere estese inoltre ad altre attività di sottosuolo (con opportuni adattamenti) quali: invasi idrici artificiali, geotermia tradizionale, geotermia a ciclo chiuso, estrazioni minerarie (cave e miniere), scavi di tunnel.

05/Dic/2018
Il contributo dell’idrogeno per l’energia di domani

L’innovazione tecnologica e le ricerche messe in campo dal network CLYPEA